I ragazzi e le ragazze di Cleanap

È nata nel 2011 come una proposta di performance socialmente utile e oggi è un’associazione che si occupa di sostenibilità nel cuore di Napoli. Vi presentiamo Cleanap.

Come si è accesa la lampadina che ha portato alla nascita di Cleanap?

Era il 2011, Napoli viveva un momento complesso in piena emergenza rifiuti, una crisi durata molto tempo e ancora non completamente superata. Napoli era su tutte le pagine nazionali e internazionali per questi tristi avvenimenti e spesso passava un messaggio sbagliato: i cittadini sono incivili. Ovviamente, questo aspetto era totalmente fuori luogo, in quanto la crisi era sistemica e aveva implicazioni molto più serie. Eppure, la responsabilità ricadeva a livello mediatico sui cittadini. Mossi da questo sdegno, decidiamo di creare un evento via Facebook “Andiamo a pulire piazza Bellini”, area in pieno centro antico e simbolo per i più giovani e gli universitari della città. Quell’evento fece il giro del Web e ritrovai in piazza centinaia di persone con scope, guanti e piantine da innestare per rimpossessarci di un luogo che ci era stato sottratto dalla cattiva gestione e per dimostrare che la cittadinanza attiva poteva innescare un cambiamento e un’inversione di rotta. Da quel momento, abbiamo dato luogo a 5 “smart mob” di pulizia nelle aree del centro antico di Napoli, riuscendo a coinvolgere migliaia di cittadini.

Operazione di guerrilla gardening di Cleanap

Che differenza c’è tra un flash-mob e lo smart-mob che avete organizzato per “Piazza Pulita”?

I nostri eventi “Piazza Pulita” sono stati simbolici, ma ad alto grado di pragmatismo e operosità. Non erano flash mob in senso stretto per una questione semplicissima: siamo stati nelle piazze ore a lavorare e ripulire dal littering, a curare le aiuole a sensibilizzare i commercianti locali, preparando il campo prima e dopo le azioni di pulizia. Le modalità di convocazione e di coinvolgimento attivo sono state le stesse, abbiamo utilizzato la velocità e l’engagement dato dai social network e dalle tecnologie digitali, tuttavia se in un flash mob il momento collettivo è veloce e inaspettato, nei nostri “smart mob” è pianificato sulla lunga durata.

Progetto Acquamat di Cleanap

Come ha impattato il lockdown sulle vostre attività?

Cleanap dal 2013 è un’associazione di promozione sociale, le attività di “Piazza Pulita” sono state molto legate al contesto emergenziale che ha visto la genesi della nostra esperienza civica. Successivamente, abbiamo sentito il bisogno di organizzarci e formalizzare il nostro impegno sul territorio costituendoci per avere i requisiti e accedere a bandi e iniziative che potessero darci modo di pianificare progetti e campagne di sensibilizzazione continuative e durature, lavorando per una svolta in ambito di sostenibilità ambientale. Da anni, quindi, oltre agli eventi di pulizia che continuiamo a fare in occasioni specifiche (World Cleanup Day ad esempio) o per micro progetti di rigenerazione urbana, le nostre attività si focalizzano anche su altre iniziative. Tutte però hanno come leitmotiv il coinvolgimento della cittadinanza in modo aggregativo. Con l’avvento dell’epidemia del Covid19, una delle maggiori sfide di questo periodo per chi si occupa di partecipazione civica in ambito sociale (e non solo) è trasferire e/o convertire online eventi e progettualità che – nella vita normale – si sarebbero tenute offline, dal vivo. 

Eppure abbiamo dovuto fare di necessità virtù: lo scorso ottobre, con Cleanap abbiamo lanciato “AcquaMat”, una sfida di attivazione fattiva: ciascuno può contribuire alla costruzione della mappa collettiva, in modo indipendentemente, rispettando il distanziamento sociale, ma continuando a lavorare collettivamente per l’arricchimento della mappa delle fontanelle funzionanti di Napoli (e non solo!).

Partecipare, rispondere, umanizzare la conversazione nella collettività, questo il fulcro del nostro metodo di community engagement, che parte dall’interazione tra le persone e poi si sostanzia nell’attivazione e nel coinvolgimento. Abbiamo, inoltre dato il via a degli appuntamenti online, i web meeting di Cleanap, chiamati “50 sfumature di…munnezza” per indagare, volta per volta, una delle tante sfumature di rifiuti con cui facciamo i conti ogni giorni, imparare a riconoscerli, evitarli e vivere provando a minimizzarne l’impatto.

Ovviamente non vediamo l’ora si possa ritornare a lavorare sui territori offline, nel frattempo però, proviamo a non perderci d’animo: c’è bisogno più che mai di energie positive nelle nostre città, speriamo di essere una tra queste.

In che modo la sostenibilità ambientale si lega all’empowerment della comunità locale?

Siamo convinti da quasi 10 anni che adottare principi ispirati dal concetto di sostenibilità ambientale sia un dovere e un diritto di ciascun cittadino. Noi vogliamo essere catalizzatori in questo, sensibilizzare e coinvolgere affinché ciascuno sia in grado di capire il proprio impatto ambientale e correggerlo, nel caso. Il termine “empowerment” che spesso utilizziamo è strategico in questo: far prendere coscienza a ciascuno, offrire gli strumenti per comprendere e responsabilizzare. Queste sono le nostre intenzioni quando parliamo di sostenibilità e coinvolgimento civico.

Vogliamo partire dalla vita quotidiana, dalla routine individuale per sottolineare la dimensione collettiva del tema. Tutte le nostre scelte quotidiane hanno un impatto ambientale, spesso questo semplice assunto viene tralasciato o non considerato nelle piccole cose.

Noi, invece, ci proponiamo di reiterare i temi e le declinazioni della questione ambientale a livello individuale e poi collettivo, nelle città, lavorando con iniziative sulla riduzione dei rifiuti, sul verde urbano, sulla mobilità sostenibile. Piccoli cambiamenti che se adottati in maggioranza, portano a reali benefici collettivi. Dialogare con il singolo per arrivare al generale, da un lato e dall’altro, parallelamente, influenzare positivamente l’opinione pubblica e gli stakeholder politici che hanno come ruolo quello di rendere le istanze della cittadinanza politiche di pianificazione e sviluppo.

Riscontrate un maggior interesse nelle generazioni più giovani per la causa ambientale?

Il nostro target di utenza parte in particolare dalle persone che hanno seguito l’evoluzione della nostra esperienza civica, generazione Y, nostri coetanei, fascia d’età 20-40.
Per connetterci ai più giovani, spesso proviamo a lavorare con le scuole con attività extrascolastiche o campagne specifiche ad hoc. Seguiamo le esperienze guidate dai più giovani, come il chapter di Fridays for Future locale, di cui stimiamo gli obiettivi e guardiamo con speranza verso il futuro.
Spessole istanze richieste mirano a temi più globali, come la macro-area del Climate Change, cruciale per il futuro del pianeta; noi miriamo agli stessi obiettivi, ma proviamo a partire dal locale per arrivare al globale. Si tratta di approcci diversi, ma che hanno il medesimo obiettivo, quindi speriamo di lavorare sempre più in sinergia con le giovani generazioni.

 

Chi volesse continuare a seguire le iniziative di Cleanap può farlo sul sito, su Facebook o Instagram.