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Vita Lenta: intervista a Gianvito Fanelli

Cosa significa Vita Lenta? La nostra intervista a Gianvito Fanelli, Ideatore della Pagina Social dal Successo Indiscusso.

Metropoli o provincia? Frenesia o tranquillità? Scegliere che ritmo dare alla nostra vita è difficile, ma un cambio di rotta verso ciò che ci fa stare meglio, è sempre possibile: da qui nasce @vita___lenta, profilo social ideato dal designer pugliese Gianvito Fanelli, che dopo 10 anni di vita frenetica milanese ha scelto di tornare in Puglia nel suo paese natale, Conversano, trovando un nuovo equilibrio lontano dalla metropoli.

Vita Lenta

Vita Lenta è nato come “A quiet place in the Internet”, ovvero “Un luogo di serenità su Internet”, che ritrae in ogni post scene di vita quotidiana immerse nella tranquillità più totale, alternando paesaggi affacciati sul mare ad altri circondati dal verde della campagna, lontani dai ritmi e dagli occhi delle grandi città. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Gianvito per capire meglio questo progetto e lasciarci ispirare:

1) “Annoiarsi” viene sempre visto come qualcosa di negativo: come sei riuscito a renderla un’attività interessante e ispirazionale?

Credo che la pandemia abbia fatto gioco. Il lockdown ha completamente ribaltato delle credenze che sembravano quasi cementificate. Fra queste, che la noia fosse il male assoluto. Non lo è, ed anche diverse ricerche in campo scientifico dimostrano l’importanza di questa emozione nel nostro “bouquet” emozionale. D’altro canto, non esisterebbe altrimenti, no?

2) Secondo te come siamo arrivati a pensare che la vita frenetica sia più motivante, gratificante e piena di quella lenta, semplice e lontana dalle grandi città?

Credo che la logica capitalistica, sempre più spinta, ci abbia portati a dare un valore monetario al nostro tempo. E che, quindi, il tempo “vuoto” dei paesi è sostanzialmente una perdita di soldi. In parte, poi, è sicuramente dovuto anche allo svuotamento di senso della provincia: se l’economia a poco a poco si spegne, è normale pensare che la vita lì non abbia un futuro.

3) Ci sono dei gesti, delle abitudini che potremmo provare a fare per goderci di più la nostra quotidianità? E quali dovremmo interrompere subito?

Ne dico una: fatevi la moka e smettete di comprare le capsule! Ma basterebbe anche farsi una sana passeggiata ogni tanto, evitando di prendere l’auto o perfino i mezzi pubblici.

4) Cerchiamo sempre di combattere la stanchezza e di trovare nuove energie per fare di più: cosa ne pensi di questa tendenza?

Penso che sia figlia di quella logica che accennavo prima. Dobbiamo essere sempre produttivi. Non mi sorprende che anche un settore tradizionalmente ricreativo, come quello delle sostanze psichedeliche, sia stato assoggettato alla produttività, con la tendenza del microdosing tanto in voga nella Silicon Valley.

5) L’unico momento che abbiamo per staccare dalla frenesia, in realtà, sono solo le vacanze: come rallentare davvero in quei momenti?

Penso che evitare di pianificare troppo e abbassare le aspettative su ciò che faremo sia già un ottimo modo. Scegliere una destinazione non per fare le foto nei “10 luoghi più belli” (e affollati) visti su Instagram, ma per immergersi nella realtà locale, scegliendo volontariamente le strade meno battute.

6) Parlando di energie da preservare: anche quella di casa va usata con attenzione. Secondo te l’utilizzo spropositato che ne facciamo da cosa è influenzato?

La velocità rende più difficile accorgersi degli sprechi. In alcuni casi, li accentua, perché diventa difficile accettare di fare qualcosa a mano piuttosto che delegarlo a una macchina.

7) I tuoi tre ingredienti per una Vita Lenta (e felice)?

Non mi piace dare ricette, sinceramente. Credo che ogni persona possa costruirsi il proprio modello. Forse, gli unici ingredienti che suggerirei sono proprio questi: consapevolezza e libertà.

 

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