Elisa Palazzi sul riscaldamento globale e i suoi effetti negativi

Questa è una intervista semplice: le domande sono tutte contenute nel libro.
Titolo: Perché la terra ha la febbre? – E tante altre domande sul clima.
Autori: il giornalista Federico Taddia, che si è messo nei panni dei bambini dai 9 anni in su, ed Elisa Palazzi, climatologa. Ogni capitolo, come tutti i volumi della collana “Teste Toste” di Editoriale Scienza, ha per titolo un grande quesito. Quesito che poi viene esplorato in lungo e largo attraverso altri interrogativi minori; a volte posti in maniera buffa, altre irriverente. La risposta, però, è sempre rigorosamente seria.
Del libro, del pianeta che si surriscalda e dell’importanza delle piccole cose che possono cambiare il nostro destino ci parla Palazzi, 40 anni, un passato da pallavolista e il pallino per la divulgazione.

Cause e conseguenza del riscaldamento globale: l’intervista completa

Fare la climatologa era il suo sogno di bambina?

«No. Sono di Rimini, ma vivo e lavoro a Torino. Ho studiato a Bologna, dove mi sono laureata in fisica. La scelta è stata dettata dall’influenza positiva di un ottimo professore del liceo che mi ha fatto amare profondamente questa materia. Tesi di laurea e di dottorato al CNR. Tema: l’inquinamento atmosferico. Dai gas che peggioravano la qualità dell’aria urbana allo studio del clima tout court il passo è stato breve».

Come è nato questo libro per ragazzi?

«Dalla mia collaborazione con Federico, ideatore della collana “Teste Toste”. Avevamo già lavorato insieme. I tanti cambiamenti degli ultimi anni – dai rapporti dell’IPCC (il gruppo intergovernativo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico) ai fermenti di piazza – ci hanno convinto che questo fosse il momento giusto per parlare ai bambini di clima. Parlarne a loro per raggiungere anche gli adulti».

Ogni capitolo si apre con una domanda. Perché questa scelta?

«È la politica della collana “Teste Toste”. Faccio divulgazione da anni e molte domande ci sono state poste davvero. Il registro è colloquiale e corrisponde a quello usato spesso dai bambini, che hanno una curiosità inesauribile e mai superficiale».

Partiamo dalla prima domanda del volume: l’effetto serra è buono o cattivo?

«Questa è una di quelle domande che fanno parte del mio pacchetto di interrogativi necessari. Se i bambini conoscono queste risposte avranno la cassetta degli attrezzi per capire come comportarsi e se dare credito alle fake news. L’effetto serra, fenomeno che permette alla terra di raggiungere un livello di riscaldamento ottimale è di per sé buono, ma è la sua amplificazione in tempi rapidissimi che lo rende negativo. Il fenomeno è dovuto alla presenza nell’aria dei cosiddetti gas serra: anidride carbonica, metano, ozono, vapore acqueo e ossido nitroso… I gas serra sono in grado di assorbire una parte del calore irradiato dalla superficie terrestre che altrimenti scapperebbe verso lo spazio. Se non ci fosse l’effetto serra la temperatura media del pianeta sarebbe di 20 gradi sotto zero».

E il riscaldamento globale?

«L’effetto serra è un termostato naturale. Purtroppo, le concentrazioni di gas serra dalla metà del XX secolo sono aumentate esponenzialmente e rapidamente. C’è lo zampino dell’uomo che ha bruciato troppi combustibili fossili, in particolare petrolio e carbone. Si tratta di un riscaldamento che interessa il 98% della superficie terrestre».

Parafrasando il titolo del libro, perché la terra ha la febbre?

«L’aumento di temperatura ha conseguenze come l’innalzamento dei mari, lo scioglimento dei ghiacci o estremi climatici. Per esempio, a lunghissimi periodi di siccità seguono brevi ma intense alluvioni. Ci sono, poi zone, con la febbre più alta: le montagne, l’Artico, l’area del Mediterraneo. L’analogia è molto chiara ai bambini: quando non stiamo bene, la prima cosa che facciamo è misurarci la temperatura. Anche la terra non sta bene perché l’uomo, con le sue attività, ha esagerato e ha aumentato la concentrazione dei gas serra in atmosfera».

Libro di Elisa Palazzi: Perché la Terra ha la Febbre?

Che differenza c’è fra meteo e clima?

«Il clima è ciò che mi aspetto di trovare quando esco di casa, uno stato calcolato su una media di 30 anni in quel luogo e in quella stagione. Il meteo è la condizione che riscontro quando esco dal portone. Il clima è come il nostro carattere; il tempo come il nostro umore».

Il clima cambia per colpa dell’inquinamento?

«Sì, inquinamento e cambiamenti climatici sono strettamente collegati. Le emissioni immettono nell’aria grosse quantità di anidride carbonica, un potente gas serra in grado di influenzare il clima».

Un auspicio: possiamo aggiustare il clima?

«Ce lo dice la scienza, sono due le strade da percorrere: la mitigazione e l’adattamento. Agire sulle cause, riducendo le emissioni climalteranti. E convivere con gli effetti tramite le giuste azioni politiche da mettere in campo localmente».

Quanto contano i comportamenti individuali?

«Molto. Guardiamo all’effetto Greta Thunberg: ci sono bambini che tornano a casa e si arrabbiano con i genitori se si lavano i denti lasciando scorrere l’acqua o se non spengono la luce quando escono da una stanza. Bere da una borraccia è diventato “figo”. Sembra poco, ma è contagioso. Ecco perché l’educazione è importante. Il vero errore è la rassegnazione, pensare che la nostra piccola azione non possa migliorare il mondo».

È appena tornata, cosa ci faceva in Artico?

«È stata una spedizione alla base italiana di ricerca internazionale del CNR che si trova a Ny Alesund, nelle Svalbard in Norvegia. Con una delegazione capitanata dal direttore del dipartimento Scienze del sistema terrestre e tecnologie ambientali Fabio Trincardi, abbiamo accolto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, giunto per approfondire insieme agli scienziati le evoluzioni dei cambiamenti climatici. Negli ultimi 10 anni, in Artico, le temperature sono aumentate di circa 3 gradi. L’interessamento della politica è fondamentale: è urgente invertire la rotta e cambiare paradigma».