I Deplasticati e le loro iniziative contro l'inquinamento da plastica e altri rifiuti

Ricordi il detto “dove passa Attila non cresce più l’erba”?

“I deplasticati” sono nati proprio per il motivo opposto: vogliono che dopo il loro passaggio la natura possa rinascere rigogliosa, libera da rifiuti di plastica o mozziconi di sigaretta.

Stiamo parlando di un gruppo formatosi nello spazio virtuale di Facebook, ma i cui membri sono attivissimi anche sul campo, dove periodicamente organizzano operazioni di pulizia dell’ambiente.

Barbara Blengino, una delle fondatrici, ci racconta come anche un piccolo gruppo può contribuire al cambiamento.

Barbara Blengino fondatrice de I Deplasticati

Uniti si può combattere l’inquinamento ambientale attraverso soluzioni concrete.

Barbara, chi ha avuto l’illuminazione di formare I Deplasticati?

L’illuminazione l’ho avuta io, una mattina mentre buttavo nel sacco della plastica la busta di un detersivo per stoviglie…. Una busta da un litro che una volta svuotata era piatta come una sogliola. È stato in quel momento che mi sono detta “esisteranno altri prodotti confezionati in questo modo invece che nei bottiglioni di plastica?”. Non nutrivo molte speranze, ma ho pensato che forse, con l’aiuto di altre persone, avrei potuto segnalare in un apposito gruppo negozi e supermercati che offrissero alternative a imballaggi ingombranti e dannosi per l’ambiente. Ho chiesto alla mia amica Sara (che con me amministra il gruppo) cosa ne pensasse…”è un’ottima idea, fallo”. E così l’ho fatto: sono andata su Facebook e ho creato questa comunità dandole il primo nome che mi è passato in mente e senza nemmeno troppa fiducia che la cosa potesse interessare. Ho mandato qualche invito a persone che ritenevo potessero essere interessate e per un paio di giorni eravamo più o meno dieci “deplasticati”, ma già pronti per la missione visto che qualche prodotto è stato subito segnalato. Con il passare dei giorni, sempre più persone si aggiungevano e tutte avevano qualche cosa da consigliare, piccole cose, ma permettevano già ad ognuno di noi di cominciare a conferire sempre meno plastica nei giorni del ritiro porta a porta.

All’inizio siete nati come un gruppo di scambio informazioni su come ridurre l’impatto ambientale. Quando è scattata la scintilla di passare ad azioni concrete?

L’idea di pulire un luogo pubblico, nello specifico un parco, è venuta a Sara: una domenica mattina siamo partite in 5 con sacchi e guanti, abbiamo ripulito, abbiamo fatto le foto, le abbiamo postate e la gente era entusiasta, chiedeva di partecipare…E da lì siamo partiti con eventi che coinvolgessero chiunque avesse voglia di dare un contributo concreto.

Avete notato un cambiamento tra i vostri iscritti dopo il fenomeno Greta Thunberg?

Non particolarmente… Le persone che hanno chiesto e chiedono di iscriversi al nostro gruppo sono già motivate e sensibili alle tematiche ambientali. Inoltre la filosofia del gruppo è quella di condividere consigli pratici, facilmente realizzabili, a un passo da casa. Noi il nostro aiuto al mondo lo diamo partendo dalla nostra cucina, dal nostro bagno o dal marciapiede. Mettiamo tante foto di ciò che compriamo e di quello che raccogliamo per la strada, per diventare contagiosi, per far comprendere come ogni piccolo gesto può portare col tempo ad un grande risultato. Credo fermamente che non serva lamentarsi per le carenze dei servizi di nettezza urbana, senza però prendere coscienza che l’inciviltà di molte persone la dobbiamo arginare noi, singoli cittadini, agendo in prima persona, prendendoci a cuore gli spazi comuni, quelli che caratterizzano una cittadina o un quartiere, quelli che noi tutti amiamo e vogliamo preservare.

Quali sono le azioni che avete messo in pratica di cui andate più fieri?

Essendo nati da pochi mesi le azioni di cui andare davvero fieri arriveranno in futuro: intanto stiamo diventando un’associazione e sarà proprio questo passaggio che permetterà, spero, di realizzare qualche progetto che ho in mente. Personalmente ne vado molto fiera.

Che consigli dareste a chi vuole fare di più per l’ambiente, ma teme di non poter fare la differenza come individuo?

Che parte con l’approccio sbagliato: tutti noi facciamo la differenza ogni volta che decidiamo di acquistare qualcosa di “deplasticato” o di non nocivo per l’ambiente, o di raccogliere un mozzicone dal marciapiede. Ogni individuo è parte di un tutto, e se anche solo la metà di questo tutto assume un atteggiamento virtuoso, chissà che non si riesca a salvare ciò che resta di bello in questo nostro pianeta.

La vostra culla è Sanremo, pensate di espandervi anche in altre città d’Italia?

In effetti è una cosa che ci piacerebbe molto, ne abbiamo anche parlato, ma non credo sarà facile. Per ora mi accontenterei di avere un gruppo attivo in ogni quartiere della mia città.

Qual è il vostro prossimo obiettivo?

L’obiettivo ultimo è quello di essere “deplasticati”, al momento siamo solo “deplasticandi”… Deplasticato ora lo è solo tutto ciò che sia contenuto, ad esempio, nel cartone, o un luogo che abbiamo ripulito.